Osservatorio per la competitività e la sicurezza nazionale
Direttore
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Il Paese, le sue filiere produttive, così come i suoi apparati pubblici, sono attraversati da profonde trasformazioni: gli squilibri geopolitici, la frammentazione dell’economica globale tra blocchi contrapposti, la transizione digitale, quella ambientale.
Un’adeguata risposta ad alcune e vitali esigenze poste da questi radicali cambiamenti richiede, senza alcun dubbio, una dimensione europea, con politiche comuni in materia di difesa, innovazione e industria, sicurezza energetica e negli approvvigionamenti di materie prime.
Nuove politiche sono tuttavia necessarie anche a livello nazionale. Non poche si stanno in questi anni definendo, altre dovranno essere elaborate e efficacemente attuate.
Politica estera, difesa e sicurezza nazionale, attrazione degli investimenti esteri, sistema di supporto all’internazionalizzazione, capacità di garantire gli approvvigionamenti di materie prime critiche e strategiche anche riattivando esplorazione e estrazione mineraria, politiche energetiche e idriche, cybersicurezza, politiche economiche, dalla revisione della spesa, alla riduzione del tax gap, alla qualificazione della presenza dello Stato in economica (nelle diverse vesti di imprenditore, concedente, garante di settori e asset strategici), sistema educativo, non possono non essere condizionate da ciò che sta accadendo nello scenario globale, dalle tendenze del sistema produttivo con i suoi punti di forza e le sue vulnerabilità, dallo stato della finanza pubblica.
Un’evoluzione si sta del resto imponendo anche in settori che, più comunemente attenzionati nel dibattito sulle debolezze del sistema istituzionale, molto incidono sulla competitività ed attrattività del Paese: qualità delle leggi, meccanismi con cui alle stesse è data attuazione, semplificazione amministrativa, capitale umano di cui dispongono le Amministrazioni italiane, servizio giustizia, con il fardello dei suoi tempi di risoluzione delle controversie. Aspetti tutti importanti, ciascuno connotato da criticità da affrontare.
Sono tutte politiche che saranno cruciali nei prossimi anni per garantire una sana crescita del Paese, non indietreggiare nelle condizioni di benessere conquistate nei passati decenni, preservare la sicurezza nazionale.
Per ciascuno di questi ambiti, alla messa a punto di rinnovate linee politiche non può tuttavia non corrispondere un adattamento anche profondo di alcuni snodi istituzionali, un’evoluzione dei modelli organizzativi negli apparati pubblici, un aggiornamento delle professionalità.
L’obiettivo dell’Osservatorio è quindi quella di proporre un’analisi tecnica e neutrale non solo delle linee di tendenze, delle politiche pubbliche più efficaci, degli effetti prodotti da quelle in atto, ma anche del livello di adeguatezza dei sistemi istituzionali preposti ai singoli settori.
Il dibattito scientifico e accademico (non solo quello politico e pubblico) si è infatti negli ultimi tempi soffermato prioritariamente sull’impianto costituzionale (dai meccanismi di funzionamento del sistema parlamentare alle modalità di investitura e ai poteri del Capo del Governo, al ruolo del Capo dello Stato, ai rapporti tra Centro e territori), meno sullo stato di salute dei corpi dello Stato e sui meccanismi di funzionamento della macchina pubblica. Una disattenzione che per le ragioni accennate non è sostenibile.
L’Osservatorio intende allora proporsi quale luogo privilegiato nell’analisi, comprensione e monitoraggio delle evoluzioni più utili per le componenti istituzionali decisive nella prospettiva della competitività e sicurezza nazionale del Paese.
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